REGOLE GERARCHICHE PER UNA SERENA CONVIVENZA

(di Gianna Pietrobon)


EDUCAZIONE

Il cane è un animale di branco, la cui struttura sociale ricalca quella del lupo, di tipo piramidale: all'apice si trova il soggetto alfa, a seguire il beta, fino ad arrivare ai cuccioli e agli anziani, che cedono il posto ai membri più forti.

Per inserirlo correttamente in famiglia, dobbiamo perciò riprodurre questo schema, in modo che i vari componenti (bambini compresi) si trovino ai livelli superiori della piramide e il nostro peloso alla base.

Questo collocamento non deve essere interpretato come fonte di sopruso e sottomissione sofferente, ma come la garanzia di avere dei leader che si prenderanno cura di lui, gestendo ogni responsabilità e problema, sia nella vita quotidiana, che in caso di emergenza. Per il nostro cane, quindi, questo stato è più che gradito, perché equivale a zero stress, zero preoccupazioni e maggiore predisposizione all’obbedienza.

Se invece gli viene inconsapevolmente affidato il ruolo di capobranco, potrebbe vivere questa grande responsabilità con forte nervosismo, perché oltre a dover badare a se stesso, dovrà occuparsi del resto della famiglia, si sentirà in dovere di prendere iniziative non richieste e si genererà un’indisposizione generale all’ascolto: “Perché dovrei obbedire ai comandi dei miei gregari?”.

Per affermarci come leader carismatici, degni di stima e fiducia, non dobbiamo imporci in maniera aggressiva ed eccessivamente severa; essere “dominanti” non significa usare metodi coercitivi, urla e punizioni fisiche, queste reazioni semmai ci fanno apparire molto insicuri e deboli, incapaci di essere rispettati se non con la violenza. Se il cane è di indole forte, potrebbe ribellarsi a quello che reputa un soggetto non meritevole di un ruolo di comando, se è invece tendente alla sottomissione, finirebbe solo col temerci e perderemmo in lui il fedele collaboratore che è.

Essere dei buoni leader significa, invece, essere fermi e risoluti, con animo calmo e paziente e soprattutto significa gestire tutte le risorse e tutte le iniziative del branco.

Risorse e iniziative di nostra competenza sono:

 

IL CIBO

Mai lasciare la ciotola a disposizione 24 h su 24 h, altrimenti il cane imparerà a gestire la risorsa in autonomia, sbocconcellando durante la giornata, senza mai essere sazio né a digiuno.

Per ripristinare una corretta gestione, consiglio di far mangiare il cane dopo di noi, stabilendo un preciso orario dei pasti (per i cani sopra i 6 mesi, si preparano due razioni, di mattina e di sera) e un tempo limite entro il quale mangiare (massimo 20 minuti).

Se il cane non dovesse mangiare, la ciotola dovrà essere tolta e proposta solo al pasto successivo con la razione stabilita. Vedendo che il cibo dopo un intervallo di tempo scompare, il cane imparerà a mangiare tutto e subito (è probabile che i primi giorni debba imparare i nuovi orari e faccia del digiuno).

Altra regola di gestione del cibo: mai dare da mangiare dalla nostra tavola o in generale mentre mangiamo. Il nostro gesto di affetto sarà interpretato come la possibilità di sottrarre del cibo dalla nostra ciotola e fra cani questo succede solo quando ci si relaziona con individui deboli e inferiori. Oltre al calo della nostra autorità, altro effetto collaterale sarà di avere il cane che gironzola tutto il tempo in uno stato di ansia, in attesa di poter avere del cibo.

Gli extra dovranno invece essere concessi sotto forma di premio: il cane apprezza di più il cibo guadagnato di quello gratis, perciò “si ottiene qualcosa, in cambio di qualcos’altro”.

 

LE ZONE DI PRIVILEGIO

Letti e divani rappresentano la nostra tana, di concessione esclusiva del capobranco, quindi sconsiglio l’accesso a queste zone, per non incorrere in una serie di fraintendimenti: il cane potrebbe pensare di essere al nostro pari, condividendo la zona di massimo privilegio con noi e, se di indole possessiva, potrebbe diventare aggressivo se costretto a scendere o se noi o gli ospiti si siedono al suo fianco.

Ognuno ha bisogno dei suoi spazi, dove poter stare tranquillo senza essere disturbato ed è, quindi, giusto che anche il nostro amico abbia la sua cuccia, separata dalla nostra.

Altro effetto collaterale è la situazione d’incoerenza nella gestione di questa risorsa: quando sei pulito puoi salire, quando sei sporco no, quando ci sono ospiti no, quando siamo soli sì. Per il cane non esistono zone grigie: o è no, o è sì e la coerenza è una caratteristica fondamentale del capobranco rispettabile.

 

ATTIVITÀ E GIOCHI

Normalmente consiglio di non lasciare giochi a disposizione del cane, perché nel giro di poco tempo diventano superflui e non più degni di attenzione, ma avete un cucciolo in dentizione o un cane che si diverte in solitario, sicuramente meglio che si sfoghi con qualcosa che gli abbiamo concesso, piuttosto che morda le gambe delle sedie!

È comunque preferibile non lasciare tutti i giochi contemporaneamente, ma a rotazione, facendoli ricomparire di volta in volta; in questo modo assumeranno sempre nuovo valore, anziché stancarsene subito.

Il gioco e le passeggiate sono attività che dovrebbero essere sempre presenti nella routine del cane, per permettere il completo sfogo delle energie in accumulo (il 90% dei problemi comportamentali è causato da una carente attività psico-fisica giornaliera).

Cercate, però, di decidere sempre voi quando si inizia e quando si finisce l'attività ludica, evitando di assecondare la richiesta del vostro peloso.

Se corriamo ad aprire la porta ogni volta che raspa per chiedere di uscire o iniziamo a lanciare la pallina quando la lascia ai nostri piedi, significa che l’iniziativa sarà di competenza del nostro amico, che abbiamo “obbedito” a un suo ordine e questo potrebbe sbilanciare la gerarchia: "Se ho potere decisionale in questo, chi mi impedisce di decidere di abbaiare a ogni rumore sul pianerottolo? E perché dovrei smettere di farlo, quando me lo domanda il mio sottoposto?".

Altro effetto negativo sul benessere del nostro cane sarà la spirale di frustrazione che si genera quando non abbiamo tempo/voglia di assecondarlo, con relativo stress ed esternazioni di protesta (abbaio, richiesta insistente, comportamenti distruttivi volti ad attirare la nostra attenzione, ecc…).

Per ripristinare le giuste posizioni, consiglio, quindi, di prevenire le esigenze fisiologiche del cane, creando una routine precisa che includa il gioco e lo sfogo energetico.

Se viene lui a chiederci, ignoriamolo per qualche secondo, senza prestargli attenzione e quando sarà andato via, richiamiamolo, invitandolo a giocare o a uscire; in questo modo nel giro di pochi secondi avremo mantenuto il controllo dell’iniziativa, soddisfando anche la necessità del cane.

 

COCCOLE E ATTENZIONI

La gestione di coccole e attenzioni ricalca lo stesso modello del gioco, con più elasticità. Se il cane viene educatamente a chiedere una carezza, fargliela non scatenerà certo effetti disastrosi (in fondo questo non è un regime!), ma se la richiesta di attenzioni è morbosa, insistente e viene fatta tramite salti, zampate, musate, abbai e latro, assecondarla significa insegnare al cane un modo prepotente e maleducato per ottenerle, da tutti e in qualsiasi situazione.

Quest’atteggiamento si propone soprattutto quando si rientra in casa e il cane ci fa le “feste”: se lo salutiamo mentre salta addosso uggiolando, rinforzeremo uno stato emotivo sbagliato (il cane più che felice, è ansioso e agitato), che verrà riproposto anche quando magari abbiamo le borse della spesa o siamo vestiti per uscire o arrivano ospiti.

Per evitare lo stress reciproco, è opportuno insegnargli che per ricevere i nostri saluti, deve essere tranquillo, che decidiamo noi se e quando fargli le coccole e all'occorrenza ad accettare anche che non è sempre lui al centro del nostro universo (per esempio, se accarezziamo un altro cane o stiamo parlando con una persona).

In generale è consigliabile ignorare il cane, senza parlargli o spingerlo (se salta addosso, girare su noi stessi per farlo scendere), il tempo necessario affinché si calmi e a quel punto premiare quel preciso stato emotivo con le nostre attenzioni: il cane imparerà che “prima mi calmo, prima mi salutano”.

 

EDUCAZIONE

Infine, il buon leader è chi impartisce insegnamenti utili e interessanti. Il cane con un buon repertorio di comandi non va visto come una marionetta, ma come un abile collaboratore nelle attività quotidiane dentro e fuori casa.

"Educazione" significa quindi creare un rapporto, significa che posso fidarmi a scioglierti all'aperto, perché se ti chiamo torni, significa che non hai bisogno di tirare al guinzaglio, perché accetti di essere condotto, significa saper giocare senza innescare un conflitto.

Gli esempi andrebbero avanti all'infinito, perché le dinamiche relazionali che si costruiscono col proprio cane, tramite l'educazione, sono molto variegate.

Una relazione gerarchicamente corretta passa anche tramite l'educazione e ci colloca definitivamente nel rango di capobranco affidabile, degno di considerazione e di ascolto, perché visto come colui che si prende cura degli altri, insegna dei comportamenti remunerativi e sa proporre attività sempre divertenti!

 

Gianna Pietrobon

Educatore cinofilo


IL KENNEL

Il Kennel... Chi lo ama e chi lo odia… tutto dipende dalla percezione che si ha di questo strumento e del suo utilizzo…

Alcuni lo vedono come la gabbia dove chiudere il cane quando fa il cattivo… e quindi solo a sentirlo nominare rabbrividiscono… altri lo usano proprio così… come strumento di punizione…ma il corretto utilizzo del kennel (almeno secondo noi e per fortuna non siamo i soli a pensarla così…) non è affatto questo!!!

Siamo d’accordo con voi che il termine “gabbia” metta sempre un po’ in agitazione, si pensa ad una prigione, ad un luogo di punizione, ma vi possiamo assicurare che non è così. 

Il cane è in natura un animale da tana, ed un luogo sicuro e protetto come il kennel diventerà in breve tempo, e con un minimo di pazienza da parte vostra, il suo rifugio.

Il kennel deve essere il per cane il suo nascondiglio, il luogo tranquillo dove sentirsi sicuro e protetto e tutto questo va costruito senza nessuna costrizione ma facendo si che il nostro amico abbia associazioni positive. Quindi è chiaro che è assolutamente vietato tirare il cane nel kennel o mettercelo a forza… Ci vuole pazienza affichè sia lui a capire che quello è un bel posto dove stare perché non è una gabbia…. ma una scatola magica in cui succedono sempre cose belle… Se non sapete come realizzare tutto ciò evitate di usarlo o meglio…. Chiedete consiglio su come fare…. o rischierete che il vostro amico inizi ad odiarlo…

Ma una volta costruita l’associazione nei giusti metodi a cosa serve in realtà? A molte cose…

Ad esempio un cane che ha paura dei temporali può trovare nel suo kennel un riparo sicuro dove andare invece di fare il matto in giro per casa… un amico un po’ troppo iperattivo in una casa molto affollata può trovarci un luogo tranquillo e silenzioso dove riuscire a riposare…e così via per molte altre problematiche…

Inoltre, con il kennel sarà molto più facile includere il nostro amico nelle uscite, nei viaggi, perché essendo abituato vi basterà posizionare il suo kennel in auto per farlo sentire tranquillo e rilassato, piuttosto che nella camera d’albergo con voi… o magari nella sala d’attesa dal veterinario senza stressarlo ulteriormente.

Molti cani soffrono la macchina solo perché sono troppo agitati quando ci salgono… e spesso la soluzione del kennel risolve il problema… (sempre che il cane non venga tirato nello stesso!!!!!), stessa cosa se ad esempio si parla di ferie in traghetto… e così via…
Il kennel non è quello strumento che ci permette di chiudere il nostro amico quando fa danni ma quello strumento che permette a lui di avere una base sicura ovunque si trovi.

E’ chiaro che ci sono delle regole fondamentali oltre a quelle dette sopra da tenere a mente quali il tempo massimo da passare nel kennel, la ciotolina dell’acqua a disposizione e così via…

Questa nota non è un manuale fai da te per insegnare al nostro amico il kennel… ma solo uno spunto di riflessione…

Se usato nel giusto modo … il kennel è un ottimo strumento nel corredo del vostro amico… ma siate certi che impari a conoscerlo nel giusto modo… o diventerà il suo peggior nemico…

tratto da Dog's Mind l'educazione dalla parte del cane


BULL ETICHETTE AI RADUNI BULLI

 

Carissimi Bulldoggers

eccoci a darvi due dritte su come comportarsi ai raduni bulli, o comunque ai raduni dove ci sono tanti cani con i nostri tesorini rotondi.

- partendo dal presupposto che conosciamo il carattere dei nostri bulli, è bene tenerli, in caso di affollamento di tanti cani, al guinzaglio.

Se si ha la padronanza sul proprio cane e se è abituato va bene il collare, ma se è un bullo birbone, sia che vada in visibilio per l'altro sesso, sia che abbia in sè il sangue del gladiatore, allora meglio la pettorina, grazie alla quale riuscirete a tenerlo meglio.

I maschi adulti, si sfidano, rari sono quelli vanno d'accordo con tutti, e se anche vanno d'accordo non è detto che gli altri facciano altrettanto.

Quindi monitorateli attentamente, al primo segnale di attacco, siate pronti a intervenire, ma ancora meglio sarebbe proprio NON arrivare a questa fase, scansando i maschiacci altrui e prevenendo le sfide.

Non è affatto bello vedere due bulldog che si prendono, e nel caso succedesse, sarebbe pericoloso assai intervenire se non si sa come fare.

Anche le femmine adulte, non tutte, ma alcune, sono delle bisbetiche irascibili che non tollerano le altre femmine.

Mentre con i maschi marpioni, sanno bene come allontanarli senza spargimenti di sangue.

 

ASSOLUTAMENTE IMPORTANTE è NON lasciare le deiezioni bulle in giro! Armatevi di sacchettini e pulite dove sporcano, MI RACCOMANDO!

 

I luoghi che ci ospitano, hotels, bar, centri, parchi ecc, devono essere ben felici di poterlo fare, sapendo che i bulldoggers sono persone corrette ed educate.

 

Se capita di non avere un sacchettino in tasca sul momento del fattaccio, non esitate a chiedere a un altro bulldogger, minimo minimo ne ha un rotolo in borsa!

 

Parliamo degli hotels.

Perché siano confortevoli per i cicci, portate il loro  bel cuscinone, o se dormono sul letto, portate con voi un telo per ricoprirlo, in modo da proteggere i talamo dai peli bulli.

Ovviamente provvedete alla ciotola per bere, quella per mangiare, e alla loro pappa.

 

Non pretendete che i cani facciano amicizia ad ogni costo.

Così come noi non diventiamo amiconi al primo incontro, altrettanto vale per loro.

 

Le regole come vedete sono poche:

- guinzaglio e pettorina

- evitare le sfide e quindi prevenirle

- sacchettini per cacchine sante bulle 

- teli per il letto dell'albergo.

 

Se avete domande da fare, prego fatele, ma non raccontateci come si comportano i vostri cani qui e là, lasciamo spazio solo a domande e risposte, grazie.

 

N.B. Nei ristoranti, se i cani sono tranquilli è bene, dove possibile, tenerli dentro ad un kennel o trasportino, altrimenti ancora meglio lasciarli nella camera dell'albergo, dato che la vicinanza degli altrii cani, soprattuto dello stesso sesso può scatenare  sfide degne dell "Ok Corral!"